by Giulio Catalucci
É in procinto di giungere al termine una convulsa giornata che entrerà probabilmente di diritto nella storia d’Italia.
Sono terminati, nel Duomo di Milano, i funerali di Silvio Berlusconi, il protagonista indiscusso della seconda repubblica. Un uomo che ha innegabilmente rivoluzionato – al di là delle legittime posizioni politiche di ciascuno – il Paese. Lo ha modernizzato, essendo stato capace di costruire sempre nuove strade. Il fondatore della televisione commerciale (Mediaset, ndr), l’abile industriale, con la costruzione Milano uno e Milano due, l’editoria con la Mondadori e il Giornale, la presidenza del Milan con 29 trofei in 30 anni.
La funzione è stata espletata dall’arcivescovo di Milano Monsignor Delpini, coadiuvato dall’ arciprete Monsignor Borgonovo che ha accolto il feretro. Essendo prevista la forma dei funerali di stato, all’arrivo delle esequie del cavaliere è stato svolto un picchetto d’onore. Tutte le forze armate erano ovviamente rappresentate. Tra i presenti spiccano ovviamente le massime autorità dello stato, a partire del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, arrivato da ultimo come da prassi in queste occasioni. La compagine di governo era partecipe al completo. Molto commosso il vicepremier e numero 2 di FI Antonio Tajani, storico fedelissimo del cavaliere. Emozionato anche Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture e vicepremier, che negli ultimi anni aveva instaurato un rapporto umano particolarmente profondo con il fondatore di Mediaset e alleato di coalizione. Poi anche capi di stato o di governo esteri: dal primo ministro del Qatar Al-Thani, a quello ungherese Viktor Orban, a Paolo Gentiloni, commissario UE, in rappresentanza dell’UE appunto. E anche gli Stati che non hanno potuto presenziare con cariche istituzionali hanno provveduto ad inviare diplomatici e delegati di ambasciate. La cerimonia, come da caratteristica della diocesi di Milano, la più grande al mondo, è stata svolta con rito ambrosiano, leggermente diversa, seppur in aspetti meramente “coreografici” dal classico rito romano. Ad esempio il feretro è stato bendetto e incensato all’arrivo nel duomo, quindi ad inizio funzione e non al termine, come solitamente avviene. La piazza, hanno confermato fonti della questura, è stata riempita da circa 15 mila persone. Sostenitori, semplici curiosi, anche avversari in segno di rispetto. Molto carica anche una parte della curva sud del Milan che ha partecipato con una grande dimostrazione di affetto. Commossa la famiglia, che ha ringraziato la folla.
Cori e applausi all’uscita del feretro in piazza Duomo al termine della cerimonia funebre nella cattedrale. Dopo i funerali, la salma è tornata a Villa San Martino, ad Arcore, in attesa domani di un trasferimento a Valenza Po, in provincia di Alessandria, per la cremazione. Essendo giornata di lutto nazionale bandiere a mezz’asta fuori da tutti i palazzi governativi e da tutti gli uffici pubblici. Bandiere a mezz’asta anche a Strasburgo.